Le aliquote delle imposte (in Italia completamente assurde) si abbattono
su un reddito che non esiste: perché non essendo deducibili le spese
inevitabili, quali il cibo, l'abbigliamento, i trasporti, la casa ecc., i
presupposti di reddito sui quali si fonda la richiesta di pagamento delle imposte
sono completamente falsati.
Per un lavoratore medio, quasi sempre il reddito netto dichiarato, in
realtà, non è netto affatto: perché,
oltre ai costi che oggi si considerano deducibili, dovrà sopportare delle spese
non deducibili ma inevitabili sopra accennate.
In questo contesto di iniquità fiscale, si aggiunge la presenza di un
ente di riscossione (Equitalia) incapace di comprendere le reali difficoltà di
imprese e lavoratori e il comportamento, talvolta ai limiti dello strozzinaggio,
di banche ed istituti finanziari.
Davanti a questa situazione, spesso, occorre rivolgersi a professionisti
qualificati che possano seguire le procedure migliori per far risparmiare soldi
ad imprese e lavoratori.
Esempio: cosa si può fare quando si riceve una cartella di Equitalia che
si ritiene essere “ingiusta”?
Se il cittadino ritiene non
dovuta la richiesta contenuta nella cartella di pagamento o nell'avviso, non
deve rivolgersi a Equitalia, ma chiedere l’annullamento (sgravio) del debito
direttamente all'ente creditore indicato sullo stesso documento, presentando
domanda di autotutela.
Con la domanda di autotutela il
cittadino chiede all'ente creditore di correggere un errore. Anche se non c’è
alcun termine per presentare la domanda, è consigliabile agire tempestivamente
per evitare che Equitalia attivi le procedure di riscossione. Lo stesso ente,
dopo avere effettuato le verifiche, se riscontra che il cittadino ha ragione,
adotta un provvedimento di sgravio comunicandolo a Equitalia.
Contestualmente alla domanda di autotutela, per evitare che, in attesa della
risposta dell’ente, le procedure di riscossione proseguano, è necessario
presentare una richiesta di sospensione.
Lo sgravio può essere:
- Totale: quando il tributo richiesto viene annullato per
intero
- Parziale: se il tributo richiesto viene annullato solo in parte
Al provvedimento di sgravio segue
il rimborso, totale o parziale, delle somme eventualmente già pagate.
Per ottenere lo sgravio è
possibile, inoltre, fare ricorso all’autorità giudiziaria competente, secondo
le modalità stabilite dalle norme, indicate nel documento da impugnare.
Se l’ente creditore non emette lo sgravio (annullamento), nonostante il
provvedimento favorevole da parte del giudice, il cittadino può attivare il
cosiddetto giudizio di ottemperanza. Si tratta di un ulteriore ricorso, volto
proprio a ottenere che l’ente applichi quanto deciso dal giudice.
Per segnalare qualsiasi irregolarità riscontrata è possibile, comunque,
rivolgersi al Garante del contribuente con richiesta scritta in carta libera,
specificando i propri dati anagrafici e il codice fiscale.
Lo Studio Legale Pozzolo, in questo contesto di crisi generalizzata,
offre ai suoi clienti assistenza e consulenza tecnica di alto livello e a
fronte di costi contenuti, in materia giuridica e fiscale, per affrontare al
meglio le problematiche riguardanti rapporti con il fisco, con Equitalia e con
le banche.
Rivolgiti a noi!